Andare per mare, per conoscere la terra



domenica 14 gennaio 2018

Canarie - Graciosa e Lanzarote

Ce l’abbiamo fatta ad arrivare alle Canarie per Natale!

La traversata da Cartagena, ultimo scalo in Mediterraneo, è piacevole, con vento leggero, a volte anche troppo.
Man mano che guadagniamo gradi di latitudine sud, la temperatura aumenta, via gli stivali, via le cerate, finalmente ci godiamo il sole caldo sulla pelle!
Tanti delfini ci accompagnano, sia in Mediterraneo, sia in Atlantico, al largo della costa marocchina. Una notte, durante il turno di guardia, Paolo sente un cetaceo saltare vicino alla barca, dopo un paio d’ore anche Anna sente un respiro e vede la sagoma di un cetaceo illuminata dal plancton. Possibile che sia lo stesso? Chissà. Sembra più grande di una stenella, forse un tursiope o un globicefalo.

Il 24 dicembre, in tarda mattinata, vediamo definirsi piano piano la sagoma della costa di Lanzarote prima e poi quelle di Alegranza, Graciosa, Isla de Montana ed il Roque del Este. Ci avviciniamo a Graciosa e anche questa volta restiamo incantati davanti alla sua conformazione con i tre vulcani che dominano e le erosioni dei loro pendii che formano figure che cambiano con il variare della luce.



Il giorno di Natale visitiamo Caleta del Sebo, la luce è accecante, le piccole case bianche si affacciano su strade di sabbia. Se non fosse per il mare, e qualche dettaglio fuori luogo, l’atmosfera ricorderebbe il far west.  
 


 




 Ci concediamo un pranzo in un bistrot sulla spiaggia, i piedi nudi sotto il tavolo giocano con la sabbia, calda e asciutta sopra, fresca e umida sotto...sono queste piccole sensazioni che ti ricordano perché hai scelto questa vita. 



A Lanzarote ci raggiungono gli amici Paolo e Giulietta con Federica, Chiara e Camilla. Insieme a loro abbiamo condiviso, negli anni, diverse esperienze di navigazione, in Australia, in Grecia ed in Polinesia. Questa volta usiamo ZoomaX come campo base al Marina di Rubicon e ci dedichiamo al turismo di terra.

Lanzarote ci conquista, soprattutto per la varietà delle sue attrazioni, tutte con un comune denominatore, l’attività eruttiva di questa terra vulcanica. Ad un primo sguardo, quello che colpisce di più sono le centinaia di coni sparsi sulla sua superficie, e l’immensa colata lavica che ha riempito la piana tra l’uno e l’altro, fino a raggiungere il mare.


Queste distese di lava nera sono costellate di muretti di pietra a semicerchio, ciascuno dei quali protegge una buca nella quale viene coltivata l’uva da vino. Ogni buco ha una sola pianta, che cresce raso terra. 



Assaggiamo il vino rosso della azienda vinicola La Geria che ha, come c’era da aspettarsi, un sapore sulfureo di fondo comunque interessante.

Questa terra vulcanica è stata d’ispirazione ad uno dei più importanti artisti canariani, César Manrique, il quale dopo aver vissuto molti anni all’estero è tornato nella sua terra natia e, negli anni 1960-1990, ha contribuito in modo determinante allo sviluppo urbanistico dell’isola. Tra le molte opere ed installazioni che portano la sua firma abbiamo visitato la Fondazione César Manrique, spettacolare dimora dell’artista, costruita in parte a livello sotterraneo, sfruttando cinque bolle vulcaniche naturali collegate da piccoli corridoi scavati nella colata lavica.







Opera di Manrique è anche il giardino dei cactus, realizzato all’interno di una cava che era diventata una discarica. Un bel modo di recuperare il territorio.




Un'altra conseguenza sorprendente delle eruzioni vulcaniche millenarie di Lanzarote è la Cuevas de Los Verdes, un tunnel sotterraneo lungo oltre 6 km, utilizzato nei secoli scorsi dalla popolazione per nascondersi dalle incursioni dei pirati. Oggi è valorizzato da un gioco di luci, opera di un altro artista lanzaroteño, Jésus Soto. Il risultato è magico.






L’interno, in alcuni punti, è talmente ampio che è stato possibile allestire una sala concerti. Pare che l’acustica sia eccezionale.

Un altro auditorium in una caverna lavica è stato realizzato da Manrique ai “Jameos del Agua”.
 

E infine di nuovo il mare, bello ma freddo, sui 20-21 gradi, ci permette di fare solo una toccata e fuga in acqua. Le spiagge in compenso sono meravigliose.




Lasciamo Lanzarote, dopo aver salutato Guja, l’amica subacquea delle forti emozioni sudanesi, ora stanziale a Playa Blanca.

Con una traversata notturna raggiungiamo Las Palmas, Gran Canaria, dove salutiamo i Cerruti che tornano a Stoccolma. Ciao ragazzi! Chissà dove ci rivedremo la prossima volta!


Ora siamo al Muelle Deportivo, dove 5 anni fa ci preparavamo alla nostra prima traversata oceanica. L’atmosfera è la stessa di allora, simpatizziamo con gli altri equipaggi, scambiamo informazioni, il Sailor’s Bar continua ad essere il punto di ritrovo. Anche questa volta la sensazione è quella di essere davvero al punto di partenza del grande viaggio. In effetti qui si è ancora in Europa, a casa insomma. Si può ancora trovare praticamente tutto quanto serve per la barca, anche se non più a prezzi interessanti come una volta.
È cambiata invece la nostra consapevolezza, sappiamo cosa significa fare lunghe navigazioni oceaniche, e cosa comporta trascorrere periodi prolungati in zone remote del mondo, e questa coscienza non ha aumentato il nostro senso di sicurezza, al contrario, ci ha portato a cercare di essere ancora più prudenti e previdenti.

Per seguire i nostri spostamenti, cliccate sulla mappa in alto a destra.