Andare per mare, per conoscere la terra



lunedì 12 giugno 2023

Estate in Nuova Zelanda

Vista dall'osteriggio

Il ritorno ai tropici si è fatto attendere ancora per ben 5 mesi!  Dopo il nostro primo tentativo di raggiungere la Polinesia Francese non ci sono più state le condizioni per riprendere il mare. La Nuova Zelanda, quest'estate, è stata colpita da una sequenza di eventi meteorologici estremi. Oltre all'alluvione che a gennaio ha inondato la città di Auckland, due cicloni (Hale e Gabrielle) hanno devastato l'isola nord, causando frane, erosioni, inondazioni e provocando danni ingenti alle principali infrastrutture, stradali, elettriche, di telecomunicazione e idriche, oltre a migliaia di proprietà private. Il governo ha dichiarato lo stato di emergenza.

 

Abbiamo la fortuna di trovarci nel marina di Whangarei durante Gabrielle. Il 13 febbraio l'occhio del ciclone passa a poche decine di miglia ad est della costa. Era dai tempi della Patagonia che non vedevamo il barometro scendere a 975. Il marina si trova in un fiume a ben 10 miglia dalla costa, quindi siamo ben protetti dalla furia del mare e anche il vento è attutito dalle colline che circondano la cittadina. Il problema maggiore è la pioggia torrenziale ed incessante. Il fiume porta a valle tonnellate di detriti e, durante l'alta marea, il livello dell'acqua supera gli argini in alcuni punti, senza per fortuna causare gravi danni. I pali che reggono i pontili galleggianti sono ben piu alti, le barche non corrono alcun pericolo. L'unica difficoltà è scendere a terra...i ponticelli che collegano i pontili al marciapiede sono sommersi. Tutto però si risolve nel giro di poche ore. 


 

Finalmente dopo un mese e mezzo bloccati a Whangarei, riusciamo ad approfittare di poche settimane di tregua dal maltempo per fare un giro con la ZoomaX lungo la costa nord est della Nuova Zelanda.
Il mare pullula di vita.
In navigazione lungo la costa capita spesso di incontrare i pinguini blu, i più piccoli al mondo, specie molto diffusa in Nuova Zelanda. La temperatura dell'acqua è intorno ai 20°, l'aspetto è torbido, verdastro, non molto invitante nemmeno in questa stagione; inoltre il mare è infestato da numerosi squali, soprattutto della specie bronzea, che vediamo spesso nuotare nelle vicinanze o saltare fuori dall’acqua a poca distanza dalla barca.
Rivolgiamo quindi il nostro interesse a terra.
Lunghe camminate riempiono le nostre giornate e ci regalano paesaggi incantevoli. 

Mimiwhangata
 
Mimiwhangata
 
Mimiwhangata

Cavalli Island

 


 A volta l'alternanza della marea fa brutti scherzi

Il punto più a nord che raggiungiamo è il grande porto naturale di Whangaroa, una profonda insenatura, con diversi rami che formano delle piccole baie sovrastate da imponenti promontori di roccia vulcanica. Per raggiungere la cima del Duke's nose, ci si deve arrampicare lungo una parete verticale piuttosto pericolosa. Cerchiamo di goderci la vista senza pensare alla discesa che ci aspetta!

Whangaroa, Rere Bay

Whangaroa
 

Il percorso per raggiungere St. Paul's Rock è più agevole.

Whangaroa

Whangaroa marina

Il faro di Cape Brett: dopo essereci passati tante volte sotto con la barca, questa volta lo raggiungiamo a piedi 

 


Cape Brett


Tutukaka

La ricchezza e varietà della flora e della fauna sono senza dubbio il maggiore patrimonio di questo paese, e vengono preservati con grande cura dalle istituzioni. Il Department of Conservation ha tracciato e mantiene in modo impeccabile sentieri che coprono l’intero territorio in lungo e in largo; attraversano montagne, valli, ghiacciai, foreste, praterie, corrono per centinaia di chilometri lungo le coste dell’oceano, dei fiordi, dei laghi.
Grande attenzione viene rivolta alla protezione delle specie endemiche, animali e vegetali a rischio estinzione quali ad esempio i kiwi ed i kauri. Le foreste sono disseminate di trappole per eliminare i ratti (introdotti con i primi coloni) che minacciano i kiwi, uccelli che proprio per l’assenza di predatori avevano perso la capacità di volare. All’inizio dei sentieri si trovano spesso delle ‘postazioni di disinfestazione’ per le suole delle scarpe che hanno il fine di evitare la trasmissione di parassiti dannosi ai kauri, piante ad alto fusto, decimati nel corso dei secoli dal disboscamento e dalle malattie.
In ogni zona di interesse naturalistico sono state predisposte aree per il campeggio, molto frequentate nella bella stagione e generalmente dotate di servizi igienici, colonnine per l’elettricità e l’immancabile barbecue. In nessun altro paese si vede una tale concentrazione di caravans, roulottes, bus convertiti ad abitazione, vans in giro per le strade. È indubbio che i neozelandesi apprezzino la semplicità della vita all’aperto ed in movimento. D’altronde il paese ha una superficie pari a quella dell’Italia ed una popolazione di soli 5 milioni di abitanti. La natura incontaminata da esplorare non manca!!
Anche l’urbanizzazione riflette la bassa densità della popolazione. Le abitazioni, anche nelle città, sono nella quasi totalità case indipendenti; solo nei centri delle tre grandi città (Auckland, Wellington e Christchurch) si vedono dei palazzi a più piani, perlopiù adibiti ad uffici.
Parcheggiati fuori dalle case non mancano quasi mai un camper o una roulotte, e/o una barca carrellabile. Già, perché l’altra passione molto diffusa tra i kiwi è la pesca. Escono in mare tutti i giorni, in tutte le stagioni, con qualsiasi tempo, prima o dopo il lavoro, nei weekend, con qualsiasi mezzo, piccole lance con motori fuoribordo, barche a remi, canoe, motoscafi d’altura, barche a vela di tutte le dimensioni. Tutti condividono un unico obiettivo, tornare a casa con la cena!

L’estate volge al termine e nel marina di Whangarei, dove siamo tornati a fine marzo, fervono i preparativi tra gli equipaggi  delle barche in attesa di tornare ai tropici. Dopo averci passato tanto tempo, Whangarei è diventata la nostra casa dall'altra parte del mondo! Ora siamo impazienti di partire, ma in realtà le siamo affezionati!

 




 

Considerando che negli ultimi 11 mesi, pur con lunghe soste, la ZoomaX ha comunque macinato 5.500 miglia, decidiamo di fare un veloce cantiere, per rinfrescare l’antivegetativa e cambiare le boccole dei timoni, che hanno preso un po’ di gioco. Aliamo la barca al Dockland5 e dedichiamo la settimana di Pasqua ai lavori.
Tornati in acqua comincia il monitoraggio quotidiano delle previsioni  meteo marine, nella speranza di vedere un buona finestra che ci consenta di partire per la Polinesia. L’attesa diventa frustrante, le settimane passano ma non sembra esserci il minimo accenno allo stabilizzarsi delle condizioni utili a navigare verso oriente. Un continuo flusso di alte pressioni da ovest e di basse pressioni da nord, rende la rotta verso est impraticabile, con venti prevalentemente contrari. A fine maggio, stufi di aspettare, decidiamo di cambiare programma e di tornare a Fiji, per continuare l’esplorazione delle Lau, che l’anno scorso abbiamo adorato, e ritrovare Ale e Max di Y2K che sono già là, e l’equipaggio del Tanai in arrivo.
Tenteremo di raggiungere la Polinesia Francese da Fiji verso la fine dell’anno. Oltre all’impazienza di tornare ai tropici, è anche il quadro meteorologico a lungo termine a indurci a prendere questa decisione: cos’è cambiato quest’anno che ci porta a pensare di poter navigare verso est a latitudini tropicali, ipotesi che lo scorso anno avevamo scartato? La risposta  sta nella transizione  in corso da La Niña a El Niño. Infatti dopo tre anni di La Niña, l’ENSO (
El Niño Southern Oscillation) è ora in una fase neutrale, di transizione verso El Niño che gli esperti prevedono si manifesterà nei prossimi mesi. L’alternanza del Niño e La Niña è data dalla variazione della temperatura media della superficie del mare alle latitudini equatoriali del Pacifico Orientale, più calda con El Niño e più fredda con La Niña. I due diversi stati hanno influenza, praticamente immediata, sulle condizioni climatiche di tutto il pianeta.
Durante El Ni
ño, nel Pacifico tropicale, gli alisei sono meno costanti ed il tempo è più perturbato. L’instabilità dei venti è quello che servirà a noi per tornare in Polinesia! Verdremo come andrà!

Intanto il primo passo lo abbiamo compiuto, ieri siamo arrivati a Fiji! Una buona traversata con venti leggeri, mare calmo, giornate di sole e la luna piena ad illuminare il mare di notte. Durante una sosta intermedia a Minerva Reef, siamo anche scesi a fare due passi in bassa marea 😁