Andare per mare, per conoscere la terra



lunedì 4 febbraio 2013

Martinica


Dopo un mese di permanenza in Martinica, siamo quasi pronti a ripartire. Nei prossimi giorni andremo alle Grenadine e poi faremo la traversata diretta a Panama, dove pensiamo di fermarci qualche settimana alle isole San Blas, prima di affrontare il canale per raggiungere l’oceano Pacifico.

Ma torniamo al presente ed a questa prima tappa caraibica.
Dopo aver festeggiato la conclusione della traversata e aver rifornito la cambusa di frutta e verdura fresche, lasciamo il porto di Marin ed insieme a Monica ed Enrico trascorriamo una settimana sulla costa ovest dell’isola, dove le baie sono protette dal vento dominante, l’aliseo, che soffia costante da nord-est.
La Martinica è un DOM francese, ben organizzata, ogni baia ha un pontile comodo per lo sbarco a terra, le strade sono eccellenti, i negozi molto forniti, i prezzi elevati... 
Il mare è piuttosto affollato, le barche in navigazione lungo la costa e all’ancora nelle baie non si contano. Oltre a quelle dei giramondo, ci sono molti charter. Le vacanze di Natale volgono al termine, ma l’alta stagione dura fino ad aprile. A proposito di stagione questa viene definita secca... abbiamo qualche difficoltà a crederlo ... ogni 2-3 ore c’è un acquazzone!


Ci fermiamo a Anse Noire, piccola baia con in fondo una spiaggia nera, e dietro una ripida valle con la vegetazione impenetrabile.

Anse Noire
Poi ancoriamo sull’acqua turchese di Grand Anse d’Arlet dove un villaggio pittoresco incornicia una lunga spiaggia chiara.

Grande Anse d'Arlet






















Assistiamo ad una regata di barche locali a vele quadre, le yole. E’ un’esplosione di colori. L’armo è inusuale: oltre alle vele, le barche (che non hanno chiglia) sono attrezzate con dei bastoni su cui l’equipaggio si appende per controbilanciare lo sbandamento (http://fr.wikipedia.org/wiki/Yole).



















Al rientro a Marin, i nostri amici partono per le loro rispettive destinazioni, Monica va a New York per lavoro ed  Enrico torna a casa, dopo 40 giorni e più di 3.000 miglia a bordo di ZoomaX. Enrico, sei stato un ottimo compagno di viaggio, ti aspettiamo in oceano pacifico!

E ora ci dedichiamo a ZoomaX, che ha bisogno delle nostre attenzioni per riparare qualche danno fatto in traversata e rimediare a qualche difetto che è emerso (o si è aggravato) con la lunga navigazione. Dobbiamo cambiare la rotaia del tangone, che si è storta in una straorza, capire perché la drizza della randa continua a rovinarsi in testa d’albero, bisogna aggiungere una pompa al dissalatore per migliorare le sue prestazioni in navigazione, intervenire sull’AIS che ha smesso di trasmettere, e infine sostituire i cavi dei pannelli solari, che con il primo sole tropicale si sono letteralmente fusi, danneggiando anche la centrale elettronica.
Finalmente troviamo i ricambi per il vecchio Mercury, e dopo pochi minuti di lavoro anche noi sfrecciamo con il tender nella baia di Marin. Grazie Mau, grazie David!
L’attesa dei pezzi che devono arrivare dalla Francia, e dell’autorizzazione del cantiere per gli interventi in garanzia prolungano la nostra permanenza oltre ogni previsione. Ma non ce la prendiamo... è così! Quando non siamo impegnati con i lavori, incontriamo gli equipaggi di altre barche, andiamo in giro con il gommone tra le mangrovie, impariamo a conoscere la frutta e la verdura locale, proviamo l’attrezzatura subacquea, ci godiamo tramonti spettacolari.



Nel frattempo ci hanno raggiunto Alex e Flo con Adonf. Durante la traversata siamo sempre rimasti in contatto con loro. Passiamo un weekend insieme su ZoomaX.

 
Il tender di Adonf!


Salutiamo Alex e Flo dandoci appuntamento a Panama, dove cercheremo di dar loro una mano a far passare Adonf nel canale, nel rispetto delle rigide regole di transito.
A bientôt! 

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