Dopo tre giorni di navigazione con l’aliseo stabile sui 15-20 nodi atterriamo a Port Resolution, sull’isola di Tanna, il nostro primo scalo a Vanuatu, dove ci aspettano gli amici spagnoli di Sikkim.
Questa terra ci conquista fin dal primo momento, per la sua natura incontaminata e la genuinità della sua gente.
Questa terra ci conquista fin dal primo momento, per la sua natura incontaminata e la genuinità della sua gente.
La più grande attrazione di Tanna è il suo vulcano, il Monte Yasur.
Dopo aver risalito le sue pendici in macchina, attraversando un paesaggio lunare, fatto di sabbia e rocce nere, percorriamo a piedi gli ultimi 200-300 metri lungo un ripido sentiero. Al tramonto arriviamo sull’orlo del cratere, un buco di circa 300 metri di diametro, da cui esce una densa nube, che si sposta con il vento.
Dopo aver risalito le sue pendici in macchina, attraversando un paesaggio lunare, fatto di sabbia e rocce nere, percorriamo a piedi gli ultimi 200-300 metri lungo un ripido sentiero. Al tramonto arriviamo sull’orlo del cratere, un buco di circa 300 metri di diametro, da cui esce una densa nube, che si sposta con il vento.
Il Yasur è noto per essere il vulcano attivo più accessibile al mondo. Effettivamente la caldera è proprio li, pochi metri sotto di noi; con la luce del giorno vediamo solo dei fuochi d’artificio ad intermittenza che zampillano dal cratere, impressionante è invece il suono emesso dal vulcano ogni 5-10 minuti: un ruggito così forte e profondo che mette i brividi.
Al calare del buio la caldera si illumina, le bocche attive al suo interno sono due, con la lava incandescente che ribolle e viene sparata sui bordi del cratere a ritmo regolare. Lo spettacolo è indimenticabile.
Sempre a Tanna abbiamo la fortuna di partecipare ad una cerimonia tradizionale.
Seguiamo un sentiero ed arriviamo ad una spianata, dove ci sono 200-300 persone riunite. Le donne e le bambine sono vestite in abiti tradizionali, con decorazioni in testa ed i visi dipinti. Gli uomini stanno disponendo doni per terra; sono tappeti intrecciati di foglie pandano, stuoie e parei, tuberi, rami di canna da zucchero, pesci, e tanto altro. Anche alcuni maiali vivi, legati per le zampe, vengono trasportati al centro dell’arena ed ammazzati a bastonate in testa.
La gente è molto rilassata, chiacchiera, ride, mangia; i bambini giocano. E’ chiaramente un giorno di festa. Anche noi veniamo coinvolti dall’atmosfera, le donne ci raccontano volentieri che queste cerimonie si svolgono in tutte le occasioni in cui c’è qualcosa da celebrare: i matrimoni, le circoncisioni, i funerali.
A un certo punto cala il silenzio ed i capi villaggi iniziano a parlare. Uno alla volta vanno nel centro dell’arena e fanno un discorso. Sostanzialmente in queste occasioni si stabiliscono le relazioni di buona convivenza tra i villaggi e si dipanano eventuali divergenze. Al termine dei discorsi inizia lo scambio dei doni, e subito dopo cominciano le danze, gli uomini in cerchio al centro e le donne intorno con i bambini. Tutti cantano e ballano battendo mani e piedi, senza alcuno strumento musicale. Ci rimane impresso il rumore dei piedi che risuona forte su questa terra vulcanica.
Noi siamo ospiti graditi, ma in definitiva tutti sono piuttosto indifferenti alla nostra presenza. Osserviamo tutto questo abbastanza sbalorditi e senza parole. E’ così autentico, spontaneo, primitivo, non eravamo preparati a fare un balzo così improvviso in un altro mondo.
Seguiamo un sentiero ed arriviamo ad una spianata, dove ci sono 200-300 persone riunite. Le donne e le bambine sono vestite in abiti tradizionali, con decorazioni in testa ed i visi dipinti. Gli uomini stanno disponendo doni per terra; sono tappeti intrecciati di foglie pandano, stuoie e parei, tuberi, rami di canna da zucchero, pesci, e tanto altro. Anche alcuni maiali vivi, legati per le zampe, vengono trasportati al centro dell’arena ed ammazzati a bastonate in testa.
La gente è molto rilassata, chiacchiera, ride, mangia; i bambini giocano. E’ chiaramente un giorno di festa. Anche noi veniamo coinvolti dall’atmosfera, le donne ci raccontano volentieri che queste cerimonie si svolgono in tutte le occasioni in cui c’è qualcosa da celebrare: i matrimoni, le circoncisioni, i funerali.
A un certo punto cala il silenzio ed i capi villaggi iniziano a parlare. Uno alla volta vanno nel centro dell’arena e fanno un discorso. Sostanzialmente in queste occasioni si stabiliscono le relazioni di buona convivenza tra i villaggi e si dipanano eventuali divergenze. Al termine dei discorsi inizia lo scambio dei doni, e subito dopo cominciano le danze, gli uomini in cerchio al centro e le donne intorno con i bambini. Tutti cantano e ballano battendo mani e piedi, senza alcuno strumento musicale. Ci rimane impresso il rumore dei piedi che risuona forte su questa terra vulcanica.
Noi siamo ospiti graditi, ma in definitiva tutti sono piuttosto indifferenti alla nostra presenza. Osserviamo tutto questo abbastanza sbalorditi e senza parole. E’ così autentico, spontaneo, primitivo, non eravamo preparati a fare un balzo così improvviso in un altro mondo.
I doni vengono offerti
e ricevuti
Infine iniziano le danze
Al termine della cerimonia una coppia di australiani, ancorati con la loro barca vicino a noi e presenti alla cerimonia, inizia la ditribuzione di occhiali da vista. Ne hanno raccolti migliaia di paia tramite i Lions di Brisbane, ed ora li regalano a tutti coloro che ne hanno bisogno. La fila si fa presto lunga. Il processo è semplice, a ciascuno viene dato un foglio da leggere con le scritte di diverse dimensioni, proprio come dall’oculista, per capire la gradazione necessaria, e di conseguenza si assegna un paio di occhiali adeguato. Il sorriso che le persone manifestano nel momento in cui riescono a vedere bene, esprime tutta la loro gratitudine.
Una gran bella iniziativa!
Una gran bella iniziativa!
Ci trasferiamo a Port Vila, la capitale di Vanuatu. La città è trafficata, caotica e poco interessante dal punto di vista archittetonico, ma ben fornita di generi vari di consumo ed alimentari, decisamente meglio delle città fijiane. L’eredità della passata cogestione anglo-francese è sotto i nostri occhi. Ci sono bistrot e pub ben mescolati, le boulangeries si alternano ai fish & chips, tutte le insegne ed i cartelli sono scritti sia in francese che in inglese.
In realtà il Condominium, così vengono ricordati gli oltre 70 anni in cui inglesi e francesi governarono insieme a Vanuatu, dal 1906 al 1980, non è stato un esempio da seguire. Infatti riuscirono a mettersi d’accordo su niente e tutte le istituzioni furono duplicate: due sistemi legislativi, due polizie, due sistemi scolastici, etc.
Ci fermiamo a Port Vila un paio di giorni, e ne approfittiamo per fare cambusa e ottenere il permesso di navigazione per le isole settentrionali del paese.
Il mercato ortofrutticolo merita una menzione, resta aperto 24 ore su 24, di giorno animato, pieno di gente e di colori, di notte tutto illuminato ma deserto di clienti, con tutti i venditori che dormono sdraiati sulle stuoie dietro ai loro banchi pieni di frutta e verdura.
In realtà il Condominium, così vengono ricordati gli oltre 70 anni in cui inglesi e francesi governarono insieme a Vanuatu, dal 1906 al 1980, non è stato un esempio da seguire. Infatti riuscirono a mettersi d’accordo su niente e tutte le istituzioni furono duplicate: due sistemi legislativi, due polizie, due sistemi scolastici, etc.
Ci fermiamo a Port Vila un paio di giorni, e ne approfittiamo per fare cambusa e ottenere il permesso di navigazione per le isole settentrionali del paese.
Paolo aspetta Anna, in dogana da 2 ore! |
Oggi a Vanuatu ci sono 3 lingue ufficiali: l’inglese, il francese ed il bislama, un idioma pidgin che si è evoluto dall’inglese. Tuttavia i Ni-Vanuatu tra loro parlano il dialetto indigeno, che è diverso da villaggio a villaggio.
La buona eredità di questo pasticcio dell’epoca coloniale, è che tutti parlano bene inglese e/o francese.
La buona eredità di questo pasticcio dell’epoca coloniale, è che tutti parlano bene inglese e/o francese.
Questo cartello è in bislama. La sua origine inglese è inequivocabile:
'Don’t be afraid to talk, take the first step and talk about HIV, you can make one good thinking about your life and your family.
You’ve got one life, no more
And you must not be spoiled by sex'
'Don’t be afraid to talk, take the first step and talk about HIV, you can make one good thinking about your life and your family.
You’ve got one life, no more
And you must not be spoiled by sex'
Continuiamo a navigare verso nord, sempre insieme ai nostri amici Pol ed Inaki, che sono stati raggiunti dalla mamma di Inaki, Maity e la sua amica Ana.
Sikkim sotto spi |
Ad Epi abbiamo la grande fortuna di vedere un dugongo, mammifero in estinzione. Viene in superficie a respirare, proprio di fianco a ZoomaX. Ci buttiamo subito in acqua e lo seguiamo. Sta mangiando il sottile strato di alghe che ricopre la sabbia. Viene chiamato ‘vacca di mare’, effettivamente pascola... in fondo al mare!
Al suo seguito decine di tartarughe
Visitiamo alcuni villaggi e in uno di questi, sull’isola di Ambrym, veniamo invitati ad un matrimonio, anzi sono due coppie a sposarsi.
Anche in questo caso i doni non mancano.
Ecco la prima sposa, con le donne della sua famiglia
La sposa con la ghirlanda di fiori ed il talco nei capelli |
E la seconda, che riceve in dono l'immancabile maiale, ammazzato ai suoi piedi
Noi regaliamo agli sposi un barracuda, pescato in navigazione la mattina stessa. Viene molto apprezzato. Non avremmo mai immaginato di presentarci ad un matrimonio con un pesce come regalo di nozze!
A Pentecoste vediamo le famose torri da cui giovani uomini si lanciano nel vuoto legati con delle liane alle caviglie, da un’altezza di 30 metri. Una versione primitiva del bungee jumping. E’ una tradizione antica. I documentari della BBC attribuiscono a questa impresa pericolosa un significato simbolico di buon auspicio per il raccolto dello yam. Le persone con cui parliamo in realtà ci dicono si tratta di un gioco, la vera motivazione che li spinge a saltare dalle torri è il divertimento, nient’altro. I land diving, o n’gol avvengono tra aprile e giugno, quando le liane sono elastiche. Siamo a fine stagione; non assistiamo a nessuna esibizione.
A Pentecoste vediamo le famose torri da cui giovani uomini si lanciano nel vuoto legati con delle liane alle caviglie, da un’altezza di 30 metri. Una versione primitiva del bungee jumping. E’ una tradizione antica. I documentari della BBC attribuiscono a questa impresa pericolosa un significato simbolico di buon auspicio per il raccolto dello yam. Le persone con cui parliamo in realtà ci dicono si tratta di un gioco, la vera motivazione che li spinge a saltare dalle torri è il divertimento, nient’altro. I land diving, o n’gol avvengono tra aprile e giugno, quando le liane sono elastiche. Siamo a fine stagione; non assistiamo a nessuna esibizione.
Anche il mare ci regala emozioni. Ci immergiamo a The Wall, così battezzato dagli amici di Malaika5, che scoprirono questa parete nel 2009, e oggi ci forniscono le coordinate precise per arrivarci. L’acqua è limpida, il pesce abbondante - tonni, squali, aquile di mare, dentici, cernie - e il corallo ricco. Non si può desiderare altro durante un’immersione. Grazie Paolo!
Nei prossimi giorni visiteremo le isole più settentrionali del paese, gli arcipelaghi di Banks e Torres, poi partiremo per la Papua Nuova Guinea.
Lasciamo Vanuatu a malincuore.
Un grazie all’equipaggio di Sikkim, che ha condiviso con noi le sue immagini, ed è l’autore di alcuni scatti di questo post.
Seguite i nostri spostamenti cliccando sulla mappa ‘Dove siamo’, in alto a destra
Lasciamo Vanuatu a malincuore.
Un grazie all’equipaggio di Sikkim, che ha condiviso con noi le sue immagini, ed è l’autore di alcuni scatti di questo post.
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2 commenti:
A Paolo sempre i compiti più impegnativi... ;) ;)
Il vostro Blog è una meraviglia come al solito! Il mondo è una meraviglia, in che bel pianeta abbiamo il privilegio di vivere!
Grazie, bacini dai Claudii
Che meraviglia! E avete visto anche il dugongo!!!!
Vorrei essere lì con voi. Chissà, prima o poi ;)
Un bacio grande
Giulia
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