Kastellorizo. Quale miglior benvenuto per il nostro ritorno in Mediterraneo?
Questa piccola isola del Dodecanneso è una perla. Le case color senape, rosso pompeiano, azzurro cielo fanno da cornice ad una baia da cartolina. Il paese si sta preparando per la stagione estiva. In un’atmosfera di relax i ristoratori allestiscono i dehors lungo mare e comprano il pesce fresco dai pescatori appena rientrati in porto, gli albergartori ripuliscono le terrazze e le adornano con piante fiorite. Ci arrampichiamo su per la montagna. Il sentiero si apre un varco nella macchia mediterranea, in questa stagione piena di fiori e ricca di profumi. La vista dall’alto è mozzafiato.
Questa piccola isola del Dodecanneso è una perla. Le case color senape, rosso pompeiano, azzurro cielo fanno da cornice ad una baia da cartolina. Il paese si sta preparando per la stagione estiva. In un’atmosfera di relax i ristoratori allestiscono i dehors lungo mare e comprano il pesce fresco dai pescatori appena rientrati in porto, gli albergartori ripuliscono le terrazze e le adornano con piante fiorite. Ci arrampichiamo su per la montagna. Il sentiero si apre un varco nella macchia mediterranea, in questa stagione piena di fiori e ricca di profumi. La vista dall’alto è mozzafiato.
Imperdibile poi è la grotta azzurra. Si trova sul lato est dell’isola alle coordinate 36°07,5N, 29°34,7E. L’ingresso è alto meno di un metro, si passa giusti con il gommone aspettando l’onda favorevole e abbassando la testa, l’interno invece è immenso. La luce esterna che filtra dall’imboccatura si riflette sull’acqua e diffonde una luce blu in tutta la grotta. L’acqua è limpidissima, nonostante il buio si vede il fondo, è come essere sospesi nel vuoto. Abbiamo la sensazione di essere circondati dagli effetti speciali, sembra impossibile che sia tutto naturale.
A Symi la stagione turistica è già cominciata; in porto e in rada ci sono decine di barche, molte da charter, a bordo soprattutto russi, polacchi tedeschi e scandinavi. Le stesse facce nordiche passeggiano in paese dove si concentrano i negozi di souvenir, botteghe di prodotti tipici, tour operators, e tanti ristoranti. La acque che bagnano Symi sono notevoli per colore e trasparenza, peccato siano a 21°. Troppo freddoooooo!!!
La tappa successiva è in terra turca, da clandestini, senza fare dogana. Knidos è un sito archeologico in punta alla penisola della Datça. Un promontorio che si affaccia su un porto naturale, dove sono stati trovati i resti di una antica città che risale al IV secolo a.C.. Gli scavi sono ancora in corso e probabilmente c’è ancora molto da scoprire.
ZoomaX è ancorata ai piedi di un grande anfiteatro. Poco oltre i resti di un grande tempio. Alle spalle, sulla collina, si sviluppava la città con altri templi, edifici minori e le mura.
Passeggiamo tra blocchi di granito, di marmo, di pietra arenaria, in gran parte ancora da identificare e classificare. Il tutto sparso nella macchia mediterranea, in questa stagione piena di fiori e ricca di profumi. E’ una magia.
ZoomaX è ancorata ai piedi di un grande anfiteatro. Poco oltre i resti di un grande tempio. Alle spalle, sulla collina, si sviluppava la città con altri templi, edifici minori e le mura.
Passeggiamo tra blocchi di granito, di marmo, di pietra arenaria, in gran parte ancora da identificare e classificare. Il tutto sparso nella macchia mediterranea, in questa stagione piena di fiori e ricca di profumi. E’ una magia.
Cercando di riabituarci alle condizioni di vento variabili ed imprevedibili del Mediterraneo, continuiamo la nostra navigazione verso ovest e ci fermiamo ad Astipalea.
Pur essendo ancora nel Dodecanneso, lo stile delle costruzioni è quello tipico delle Cicladi, con piccole case bianche a spigoli arrotondati e tetti piatti.
Il castello della Chora è in una posizione splendida ma, purtroppo, in stato di abbandono.
Affittiamo un motorino e facciamo un giro per l’isola. A parte la strada principale asfaltata che collega i tre piccoli centri abitati, le altre strade sono tutte sterrate, quasi delle mulattiere. Ad eccezione della fertile piana di Livadhi, il resto dell’isola è montagnosa e rocciosa. La costa è frastagliatissima, a forma di farfalla con al centro una sottile striscia di terra che unisce le due parti dell’isola, Mesa Nisi e Exo Nisi.
Fu soprannominata dagli antichi greci ‘Tavola degli Dei’. Ancora oggi è famosa per il suo miele e non solo... qui noi ritroviamo il piacere dei sapori della cucina mediterranea. A chi dovesse passare da quelle parti raccomandiamo di non perdere una cena al ristorante Astropelos, sulla spiaggia di Livadhi.
Restiamo ad Astipalea una settimana, e ne approfittiamo anche per fare qualche lavoro in barca ed andare sott’acqua con le bombole, questa volta non per diletto, ma per pulire la carena, ormai invasa da un tappeto di alghe ben radicate.
Quando il vento finalmente smette di soffiare forte da ovest, salpiamo con rotta Milos, dove arriviamo di notte sotto una serie di violenti temporali, con fulmini, grandine e raffiche di vento oltre i 30 nodi.
Restiamo ad Astipalea una settimana, e ne approfittiamo anche per fare qualche lavoro in barca ed andare sott’acqua con le bombole, questa volta non per diletto, ma per pulire la carena, ormai invasa da un tappeto di alghe ben radicate.
Quando il vento finalmente smette di soffiare forte da ovest, salpiamo con rotta Milos, dove arriviamo di notte sotto una serie di violenti temporali, con fulmini, grandine e raffiche di vento oltre i 30 nodi.
Tempo di riposarci e fare cambusa ripartiamo per la nostra ultima tappa greca. Ecco l'ancoraggio nella acque turchesi di Elafonisos, a sud del Peloponneso, dove ci troviamo in questo momento.