Andare per mare, per conoscere la terra



lunedì 11 maggio 2015

Egitto



Ci avevano avvertito tutti: il Mar Rosso sarà duro!
Ma solo adesso che siamo arrivati in cima e stiamo percorrendo il canale di Suez, possiamo dire: mai più, o meglio mai più in direzione nord.
1.500 miglia, circa 270 ore di navigazione, di cui 200 a motore, lottando contro  il vento dominante, anzi esclusivo... da nord e approfittando dei momenti di calma per avanzare. Lo schema si ripete con regolarità: 2-3 giorni di calma seguiti da 4-6 giorni di vento forte tra i 25-35 nodi.
E poi la sabbia, trasportata dal vento dai deserti che circondano questo mare,  ricopre la barca come cipria. Albero, sartiame, drizze, pannelli solari, generatore eolico, tutto in coperta è beige. Non c’è scampo nemmeno sottocoperta, la sabbia si infila ovunque in barca, fin in sentina.
Per fortuna ogni medaglia ha due facce. Il vento forte ci costringe a numerose soste che ci consentono di conoscere un piccolo pezzo d’Africa; abbiamo già raccontato le nostre impressioni sull’Eritrea e sul Sudan. In Egitto, mentre soffia il solito ventone da nord, ne approfittiamo per lasciare la barca al marina di Hurghada, e visitare Luxor, insieme ai nuovi amici di Cold Stream, Saverio, Furio e Gino.


Opere che risalgono a 4.000 anni fa, la cui imponenza, ingegno architettonico ed eleganza ci lasciano senza parole.

Il tempio di Karnak



 







La valle dei Re, dove purtroppo riusciamo a fare poche foto, di nascosto dai sorveglianti.






Il tempio di Hatshepsut



Dopo una settimana di sosta ad Hurghada ripartiamo per l'ultimo tratto di navigazione in Mar Rosso.



La partenza da Hurghada coincide con la separazione da Luana e Romano di AGoGo. Loro resteranno qui fino a fine mese. Sono passati sei mesi da quando abbiamo iniziato a navigare insieme in Malesia. Abbiamo condiviso tanto, la scoperta di nuovi paesi, il piacere delle immersioni alle Maldive e in Mar Rosso, lo stress della navigazione nel golfo di Aden, ci siamo aiutati a vicenda e ci siamo divertiti. Il legame tra di noi si è rafforzato giorno dopo giorno. A presto ragazzi, ci vediamo in Sicilia, inshallah!

Ed ora eccoci nel canale di Suez.
Il regolamento prevede una sosta obbligatoria allo Yacht Club di Suez, dove un funzionario dell’Autorità del Canale viene a misurare la barca, ed applica una formula complicata ed incomprensibile per calcolare l’importo da pagare. Il risultato per ZoomaX è di 390 $, più le spese di agenzia e le formalità doganali. Totale: 540 $. A questo si deve aggiungere la lunga lista di mance (bakshish): altri 100 $ circa.
Il canale è lungo circa 80 miglia ed il transito avviene in due giorni, con una sosta notturna ad Ismailia.
Come a Panama anche qui è obbligatoria la presenza di un pilota a bordo. In questo caso il suo ruolo è di dubbia necessità. In questo momento, mentre sto scrivendo il post, in piena navigazione, il nostro pilota sta dormendo in pozzetto!!!

 




Tra qualche ora saremo di nuovo in Mediterraneo, dopo 991 giorni di assenza. 



1 commento:

Luca G. ha detto...

Che magnifica avventura !

Bentornati nel Mare nostrum.