Andare per mare, per conoscere la terra



martedì 10 maggio 2011

Il Trasferimento - II parte: da Malaga a Malta

Il 10 di maggio lasciamo Benalmadena, per affrontare la traversata verso la Sardegna (Carloforte), e poi la Sicilia (Palermo), dove ZoomaX andrà dal velaio a fare la messa a punto delle vele dopo le prime 2.000 miglia. L'intenzione è quella di fermarci ad Almuñécar. Non c'è aria ed il tempo è umido e foschioso. Le previsioni meteo non sono molto favorevoli.
La Freya sta facendo lo stesso nostro percorso. Deve risalire fino a Palma de Mayorca dove ha dei clienti da imbarcare.

Vista della posizione della barca sugli strumenti di bordo




In serata ormeggiamo nella rada della Herradura. Anche se in assenza di vento, la nottata non è stata molto confortevole.
 
La prossima meta è il marina di Almerimar. Sappiamo che ci aspetta un allegro vento contrario.
Nel tardo pomeriggio arriviamo al marina dove, per fortuna, la capitaneria ci risparmia il doppio ormeggio destinandoci da subito ad un posto. Una volta dato cime a terra Marco ed Enrico, ma anch'io, si rilassano. Il piano d'acqua antistante alla capitaneria era spazzato da una bella bisa.
Ritroviamo la Freya con Omero e le "ragazze", due, che lo accompagnano sulla rotta verso Palma. Omero ci prenota per l'indomani per assisterlo alla salita sull'albero dove deve sostituire il windex. 

Almerimar è uno di quei marina che attorno non ha un paese con una storia. Tutto è stato costruito recentemente ed è funzionale al porto ed anche di più... L'aria non è ancora quella dell'abbandono però, certo non c'è molta gente in giro. Sarà anche perché la stagione propizia è ancora di la da venire. Tra i servizi c'è un fornitissimo e modernissimo grande supermercato, un bel negozio quasi chic, di frutta e verdura. Ci sono anche un paio di shipchandler, uno dei quali, guarda caso, ci sarà piuttosto utile. La mattina seguente, infatti, il nostro mitico (quarant'anni di vita) tender Laros Pirelli si presenta mezzo afflosciato. Il sole mattutino lo ha ben riscaldato ed uno dei suoi tubolari si è "scappellato"!! Prima tento un riincollaggio ma, di fronte alla prospettiva del ripetersi dell'evento, magari in navigazione con il motore montato, decido di cercare un sostituto più attuale. Lo stesso shipchandler, un inglese gentile e preparato che mi ha fornito la colla bicomponente (che, comunque, mi tornerà utile), ha un tender Plastimo nuovo/d'occasione da piazzare. Si chiama Picnic ed effettivamente ha l'aria quasi nuova. Contratto un po', poco, gli diamo una lavata ed il giorno dopo lo porto via.  

È il 13 di maggio, il vento è sempre allegro e sul naso ma è previsto in attenuazione. Caricato Picnic partiamo. La Freya ci precede di qualche ora. Grande bolinata per attraversare il golfo di Almeria. In serata ancoriamo a ridosso di Cabo de Gata vicino alla Freya. Il vento è forte e non ci viene voglia di socializzare. Uno spostamento con Picnic significherebbe lavarsi completamente, e poi fa freddo.

La mattina all'alba si salpa. Il vento è sparito, si smotora mentre c'è chi legge, chi mangia ed ammira lo splendido Cabo.



Come sempre, la Freya è partita prima di noi. Esce un po' d'aria ma non abbastanza per procedere solo a vela. All'altezza del Mar Menor a Cartagena affianchiamo la Freya. Il programma sarebbe quello di procedere fino a Formentera. La meteo non promette nulla di buono. Viene buio e ci perdiamo la Freya che viaggia senza luci. Il vento rinforza e, tanto per cambiare, è sul naso. Ci sono ormai 35 nodi, riduciamo vela e decidiamo di avvicinarci a terra dove crediamo di trovare meno aria e meno onda. Non sarà proprio così. Passiamo una nottata faticosa. Il tempo continua ad essere tormentato, il cielo è nero e temporalesco. Ormeggiamo vicino a Benidorm per dormire un po', guarda caso, anche se non così bene in realtà. Omero ha preferito allargare ed andare sulle Baleari.
In serata troviamo posto nel porto di Calpe. Abbiamo bisogno di dormire bene... e fuori ci sono degli ondoni che non ci aiuterebbero. In mattinata Marco ed Enrico vanno a fare la spesa in questa città che, come Benidorm, è edificata alla maniera americana. Una specie di Miami...

Calpe ed il suo capo roccioso
Il 16 maggio salpiamo alla volta delle Baleari. Non c'è aria, in compenso è rimasta un'onda considerevole.


Mano a mano che ci si allontana dalla costa troviamo aria. Si naviga bene. Arrivati in vista delle isole scegliamo di passare nello stretto tra Ibiza e Formentera. Anna ci aggiorna sulla meteo e, ancora una volta, le previsioni non sono favorevoli: la sosta che avevamo programmato a Formentera ci costerebbe una traversata verso la Sardegna con vento contrario. Decidiamo di proseguire.
Per "infilare" lo stretto siamo obbligati a fare qualche bordo. Il vento una volta arrivati a ridosso delle isole gira e diventa bizzoso.

All'alba siamo nella bonaccia e tutto si colora di rosso. In lontananza appare la sagoma di Palma.

Rotta verso Carloforte. Vento a refoli, Volvo ci da una mano... intanto un simil clandestino dorme...


Il 18 di maggio si sbarca a Carloforte al Marinatour. C'è anche Grace, la barca di Sampi, sulla quale stanno lavorando alacremente per prepararla per il prossimo charter. L'ultima maestralata le ha portato via l'antenna del VHF dalla testa d'albero.

Come previsto, il tempo si guasta. A breve pioverà.


Trascorriamo tre giorni in attesa d'avere condizioni leggermente favorevoli alla nostra rotta. Il 21 maggio si salpa alla volta di Palermo. Il tempo è... brutto, nuvole bassissime, pioggia. Siamo senza gasolio ed a Carloforte non c'è acqua abbastanza per potersi avvicinare al distributore. Dobbiamo fare il giro di Sant'Antioco per raggiungerne uno che ci possa servire... un po' di strada in più...

Il 23 maggio arriviamo all'isola delle Femmine. Ci fermeremo qui il tempo necessario per mettere a punto le vele. Mario, il socio Doyle che ci ha seguiti per invelare la ZoomaX, purtroppo non ci sarà. Sta armando un Perini.

  
Durante questa sosta è anche previsto un intervento del tecnico Raymarine per mettere in funzione l'AIS (Automatic Identification System) che, fino ad oggi, non ha funzionato.

Smontate le vele e rimesso in funzione l'AIS, siamo liberi di andare in giro per Palermo. Enrico, in astinenza di prodezze acrobatiche, si fa un bel bagno ribaltando il tender utilizzato come passerella. Purtroppo nelle sue tasche c'è anche il cellulare. In città abbiamo una missione in più, cercare di salvarne la rubrica.

Palermo ha un fascino delabré con aspetti che ricordano una città nord africana.




La prima serata in città, decidiamo, forse per il freddo, accettando il consiglio di Marci, di andare a rifocillarci al ristorante dal più rinomato bollito palermitano. Ripensandoci mi domando che cavolo di idea ci sia venuta in mente. Dei nordici che vanno a mangiare il bollito a Palermo. Un po' come quando si vuole mangiare della buona pasta in, che so, Guatemala! Comunque, non ci è andata troppo male. Per farvi capire, è stato come essere al ristorante di una pensioncina del nord Italia, con una frequentazione internazionale grazie alla sua presenza sulle guide turistiche più diffuse.
La cattedrale.


Una delle giornate passa in compagnia di Angela, valente segretaria della Doyle sails. Con lei visito l'azienda e vengo a conoscenza dei metodi di lavorazione del "motore" delle barche a vela, dei materiali utilizzati e dei luoghi dove vengono compiute le varie fasi di realizzazione. Non ultimo, Angela mi fa una coccola accompagnandomi ad un bar pasticceria dove troviamo dei meravigliosi e freschissimi cannoli siciliani. Una goduria. Sul percorso passiamo nei luoghi dove si consumò quel terribile evento che causò la morte di Giovanni Falcone e della sua scorta. Inevitabilmente scambiamo una serie di riflessioni su un argomento purtroppo sempre attuale.

I giardini. Decisamente nord africani.
Porta nuova.














Ci prepariamo alla partenza. Marco ci lascia dando il cambio ad Enri e Francesco.

Il 27 di maggio si salpa a fine pomeriggio. Il tempo è ancora piuttosto variabile. Ci dirigiamo verso le Egadi passando ad ovest di Levanzo e Favignana all'alba. Con Enrico, Enri e Francesco dormono, siamo costretti a fare vari cambi di bordo, ad avvolgere il fiocco e riaprirlo, accendere il motore e spegnerlo più volte. Siamo fra le isole al capo più occidentale d'Italia ed il vento è di direzione ed intensità piuttosto variabile. Lasciata Favignana lentamente l'andatura diventa più costante e, finalmente, il sole ci riscalda.

Una volta entrati nel canale di Sicilia, la novità del AIS (Automatic Identification System) ci mostra una situazione che ci lascia attoniti. Davanti e dietro a noi ci sarà un centinaio di navi che incrociano la nostra rotta. 

Mano a mano che ci si avvicina alle isole maltesi il vento rinforza. Arriviamo di mattina presto e decidiamo di ancorare a ridosso di Gozo per dormire un po'. Ci scappa anche un bagno... acqua fredda!! 

Il vento non molla e riesce a disancorarci. Decidiamo quindi di andare a La Valletta dove abbiamo un posto prenotato al Dockyard Creek, il marina chic di Malta.

All'ingresso del Grand Harbour chiamiamo il responsabile del porto che, in tono deciso, ci chiede chi siamo e dove crediamo di andare. Verificata la nostra prenotazione i modi migliorano...

La Valletta vista dal mare



Il Grand Harbour


Intenti a cercare l'ingresso del Creek, a fianco ci decolla un aereo!

Il Dockyard Creek







La Capitanerie ci ha assegnato un posto proprio davanti al loro edificio. L'ormeggio avviene con un attimo di panico dovuto al mancato funzionamento dell'invertitore: avvicinandosi al molo, invece di ingranare la marcia avanti è rimasto in folle. Per fortuna al secondo tentativo ha funzionato!

Il giorno seguente è dedicato alle pratiche necessarie all'immatricolazione di ZoomaX: visite varie dei tecnici del ministero. 

Nel mentre, decidiamo di cercare un altro posto, più conveniente, dove lasciare la ZoomaX prima della sua partenza per l'Egeo. Enri si mette all'opera con tenacia. Il risultato sarà un ormeggio presso il Manoel Island Shipyard, ad un pontile di nuovo allestimento.



Francesco rientra mentre noi, Paolo Enrico ed Enri, aspettiamo l'arrivo di Anna e Laura per trascorrere insieme un WE lungo.