Andare per mare, per conoscere la terra



martedì 5 luglio 2011

Da Malta a Leros

È la fine del pomeriggio del 25 giugno, si parte per la Grecia.  Con David, Enri e Franco lasciamo il pontile del Manoel Island Shipyard.
La meteo prevede una sventolatina nello Ionio. C'è bora a nord.


Facciamo rotta su Elafonisos, isoletta alla base del terzo dito del Peloponneso a circa 420 NM da Malta. Dopo poche ore attraversiamo una zona di concentrazione di petroliere alla fonda che, già all'arrivo a Malta, grazie all'AIS, avevamo fantasticato fossero lì in attesa della risoluzione del conflitto Libico. Scopriamo, in realtà, che è dovuta alla presenza di una piattaforma petrolifera.


Il giorno seguente il vento rinforza, riduciamo vela e rapidamente siamo con tre mani di terzaroli con trinchetta ridotta. Più procediamo più il mare diventa impressionante. Le onde, frangenti, ci colpiscono lateralmente spazzando il ponte e lavando il pozzetto attraverso i tunnel dei rimandi all'albero. Al timone non ci sta nessuno, la doccia è continua. Decidiamo di puggiare un po' per subire meno l'onta dei frangenti. Trascorriamo una notte "sbattutella", facendo i turni seduti all'ingresso del tambuccio, protetti dalla capottina. 
Al mattino vado al timone per far riposare un po' "Ambrogio". Ci si lava. Il mare è ancora incazzato, il tempo è bello, abbiamo 30-35 nodi di vento. In giro non c'è nessuno. La nostra rotta sta scadendo, siamo in direzione di Creta. Finalmente avvistiamo una nave, è una nave da guerra, senza bandiera, che ci passa sottovento per poi virare alle nostre spalle, sull'AIS non appare.
Cominciamo a sentire l'effetto del Peloponneso, il vento molla, anzi sparisce, il tempo si guasta mentre il mare resta "scomodo". Mentre Volvo ci da una mano, si mangia finalmente seduti in pozzetto.
La mattina del giorno dopo si arriva ad Elafonisos.




In prua Elafonisos, con alle spalle l terzo dito

Finalmente in rada ad Elafonisos. Nonostante il sonno ci buttiamo a mare per nuotare fino alla spiaggia. Sembra di essere ai Caraibi!
Ci sono altre barche ridossate che, però, hanno scelto la più ampia rada a lato. Una sottile lingua di sabbia le divide. Con la bassa marea quasi sparisce.
Il giorno dopo si parte dirigendo il più a Nord possibile. 
Il vento c'è e non c'è, il mare è calmo, un po' si smotora un po' si veleggia. La direzione della poca aria che troviamo ci convince a dirigere su Milos.
Prima di entrare nella profonda baia di Adamas ci fermiamo nella prima rada che ci capita per fare un tuffo, dopo tutte 'ste ore di viaggio abbiamo bisogno di sgranchirci un po'.

 La Chora, sulle alture, sembra quasi una spruzzata di neve!
Un venticello che ci fa divertire, ci accompagna in fondo alla grande baia.
 David mentre si occupa della sua attività preferita, SMS.
Ci ancoriamo in rada, si è alzato vento da SO e minaccia pioggia. 
Il giorno dopo invece, splende il sole ed Enri si fa un giretto sull'albero. Facciamo un po' di spesa e si parte. Il programma, vago, prevede una sosta bagno e poi navigazione verso Folegandros.



 Ci fermiamo per il bagno alle belle rocce bianche che ricordano il Capo Bianco di Ponza. 
Nonostante che sia fine giugno, ci sono già diverse barche ad occupare i vari anfratti che offre questa frastagliata parte della costa.
 Anche oggi c'è poca aria. Per fare attività drizziamo il gennaker. 
L'andatura è piacevole però, per sfuggire alla notte, arrivati sotto Folegandros smotoriamo per raggiungere la baia di Agkali. Viene buio, una leggera brezza di NO ci tiene paralleli alla spiaggia mentre una stupida onda da S ci fa rollare tutta la notte. Prima dell'alba decido di salpare. Già che non si dorme, si naviga! Mettiamo la prua verso Ios.
Il mare è calmo, non c'è aria. Le rocce di Sikinos si colorano di rosso.


 David recupera sonno.

Ios e la sua architettura. Decidiamo di fermarci in rada per riposarci e magari dormire. Non sarà proprio così perché le acque cristalline ci faranno venire voglia di nuotare, passeggiare sulla spiaggia e curiosare l'abitato.
All'ora di pranzo salpiamo in direzione di Amorgos.A ridosso di Irakleia due delfini, pigri, ci fanno vedere le pinne dorsali.
Trascorriamo la notte a ridosso dell'isolotto di fronte ad Agios Pavlos. Questa volta una buona nottata.
Il giorno seguente, il primo di luglio, il mare è un olio e navigando verso Leros ci fermiamo a curiosare le due strette baie a N di Amorgos. 

Solo una capra ci guarda incuriosita, probabilmente chiedendosi che cosa ci facciamo con una vela in 'sto cul de sac. In realtà riusciremo anche a pranzarvi.
Poi via, verso Levitha. La leggera brezza che troviamo ci sprona a drizzare nuovamente il gennaker. 

La bella e ridossata baia di Levitha con servizio di boe incorporato. Sulle alture c'è un rustico e delizioso ristorante che, ovviamente, farà al caso nostro.

Il giorno seguente, 2 luglio, salpiamo alla volta di Leros. Arrivati all'ingresso della profonda baia di Lakki decidiamo di non entrarvi ma di proseguire verso N alla volta di Lipsos. Il tempo è buono, il mare piacevole, così, veleggiamo fino ad una baia a S dell'isola dove la nostra guida dice esserci un buon ristorantino...

















Enri e David sbarcano con Picnic (il tender spagnolo dal nome piuttosto appropriato) per prenotare un tavolo. Il cibo sarà meno godurioso di Levitha ma il luogo piuttosto ameno.
La mattinata successiva trascorre con nuotate attorno all'isolotto che crea un canale a SO della baia. L'acqua è piuttosto fredda ma limpidissima.





In tarda mattinata la baia si popola, così, decidiamo di andare a visitare il mini arcipelago che dista poco lontano.

Due caprette ci osservano dallo scoglio.
Una povera tartaruga vittima di un motoscafo o di un sacchetto di plastica ci passa vicino.

Dopo aver trascorso la nottata a ridosso di un isolotto a N di Leros, entriamo in porto al Leros Marina. Ci viene assegnato un ormeggio così stretto che veniamo subito fatti spostare ad un molo più appropriato. Meno male, la ZoomaX dovrà restare qua circa tre settimane...
Il marina è ancora in realizzazione ma offre già i servizi di base. Molto gradito è il bar ristorante gestito da un gruppo di ragazzi che preparano piatti saporiti con un tocco di ricercatezza.  

Messo tutto a posto, partiamo con il fast ferry per prendere l'aereo a Rodi. Questo, approcciando Simi, farà una manovra alla Schettino passando a manetta nello stretto formato con l'isolotto di Nmos che misura poco più di un centinaio di metri.


 Simi



 Il porto di Rodi.

In serata si va all'aeroporto.