Andare per mare, per conoscere la terra



martedì 30 agosto 2011

Verso i mari di casa


Zakynthos


Dopo 2 mesi e circa 1.000 miglia percorse tra le isole greche, si salpa da Zakynthos per portare ZoomaX in Italia. La prima meta è lo stretto di Messina ma non senza aver fatto un ultimo tuffo ristoratore nelle splendide acque di quest'isola.
Nuovo cambio di equipaggio: Robert sbarca per tornare negli Stati Uniti, arrivano Etra e Giuseppe e Marci partirà presto la mattina seguente per rientrare a Roma in aereo.
Il vento non soffia dalla direzione più favorevole. Però il viaggio è abbastanza lungo e le cose possono cambiare. Il mare è buono. Ci aspettano più di 300 miglia di navigazione.
Durante le prime ore incontriamo qualche nave che fa rotta verso Nord poi, più nulla.


La navigazione prosegue piacevolmente con pilota automatico impostato su wind (mantiene angolo costante rispetto al vento), tracciando una rotta serpentina.
La notte Marco si incarica del primo turno di guardia. Verso l'una e mezza mi viene a svegliare, M:"ci stanno chiamando alla radio", P:"chi è", M:"la Costa Romantica", P:"hai risposto?", M:"no"... insomma, mi alzo, do uno sguardo a poppa e vedo una città galleggiante che si avvicina.
L'AIS me lo conferma dicendomi anche che viaggia a più di 22 nodi.
Rispondo alla chiamata. Il marconista mi chiede se non abbiamo nulla in contrario a che ci passino da sopravento. Gli rispondo di no e saluto.
A quel punto, un po' più sveglio, mi domando perché ci abbiano usato questa cortesia oltre al possibile desiderio del marconista di trovare qualche motivo per restare sveglio. Guardo la traccia lasciata sul plotter dalla ZoomaX e, forse, ho capito. Il pilota automatico è sempre impostato su wind e la traccia è un serpentone. Cambio impostazione al pilota sì che la ZoomaX segua una linea retta, giusto il tempo che la Costa ci sfili da dritta. Torno a dormire, benché oramai troppo sveglio...

Il giorno seguente trascorre tranquillamente con il vento che continua a fare i suoi capricci di direzione ed intensità ma, d'un tratto appare un oggetto galleggiante. Sembra una testa... qualche cosa tipo Cast away? Quasi, si rivela essere un pallone gonfiabile per bambini. Lo recuperiamo... chissà chi l'avrà perso, da dove arriverà?
Poco prima dell'alba, mentre ci stiamo avvicinando al secondo stretto per la ZoomaX, quello di Messina, incrociamo un'altra nave, una piccola petroliera. Questa volta le cose saranno piuttosto diverse. Ci raggiunge da poppa costringendoci a manovrare per evitare che ci speroni. Sembra non esserci nessuno ai comandi.

Ci infiliamo nello stretto di Messina, è giorno pieno. Non abbiamo idea quale direzione abbia la corrente. Fidandomi dell'esperienza acquisita in tante drift dive e, guardando cosa combinano le barche davanti a me, cominciamo a zigzagare lungo lo stretto dalla parte calabra. Avanziamo a motore con randa issata contro vento ma, sempre più rapidamente, culminando con 13 nodi al passaggio di Villa San Giovanni. Subito dopo si gira passando in mezzo a gorghi maestosi (siamo vicini a Scilla), ai bordi dei quali numerosi pescatori si danno appuntamento con le loro barchette.



È andata, anche lo stretto di Messina è fatto. Via verso le Eolie con previo passaggio a Milazzo per fare un po' di gasolio... aria poca, e cercare del gas per la cucina.

La prima sosta eoliana è riservata a Vulcano, quanti ricordi! Ormeggiamo, oramai al buio, davanti alla spiaggia delle putizze. Non c'è puzza, il vento è favorevole alle narici.

Il giorno seguente il tempo è una fetecchia. Ci tuffiamo tutti per nuotare fino alle putizze ed alla pozza dei fanghi. Sorpresa! È tutto cintato ed un laconico cartello recita che per accedere bisogna pagare... ma siamo in costume! In realtà dall'ingresso "mare" non c'è nessuno... si entra, e ci cospargiamo subito di fango per confonderci con le altre anime dell'ade. La pozza è molto meno calda di quella dei miei ricordi, di fango ce n'è molto meno mentre, c'è un sacco di gente. Un po' delusi ci spostiamo rapidamente alle putizze dove, però, un'ondina dispettosa non ci lascia rilassare completamente. Tornando alla ZoomaX mi accorgo che la linea di galleggiamento, bianca, è virata al giallino. Anche la ZoomaX ha fatto i suoi fanghi!

Partiamo alla volta di Panarea con una sosta tecnica a Lipari (la solita bombola del gas ed un po' di spesa, come sempre, magistralmente condotta da Joseph).

Siamo a Panarea!! Un altro mare di ricordi! Siamo all'ancora a Drauto e con Marco si va a nuotare verso Cala Junco ed oltre. Al ritorno sbarchiamo con Picnic per farci una passeggiata, scalzi come usava una volta,  sull'isola per rivedere quello che resta dei posti che hanno segnato la nostra adolescenza e per sentire ancora una volta i profumi di questa bell'isola purtroppo diventata di moda.

Il giorno seguente si parte passando davanti al paese. Ci sono ancora il Raya, Cincotta, non c'è più la "mescita" con la "s" al contrario. In compenso il molo è diventato imponente ed è completamente occupato da barche di diportisti, così come la rada antistante quasi fino a Dattilo. Salutiamo due ragazzi napoletani imbarcati su di un bello sloop, già incontrato a Sifnos (il mondo è piccolo...). Ci offrono appoggio se durante la risalita a Nord ci capitasse di sostare a Procida, appoggio che cogliamo al volo.

La vista di Stromboli ci accompagna a lungo (anche perché il vento è di direzione non troppo favorevole).

Alla fine la nostra rotta ci porterà fino a Ventotene. Benché non particolarmente ricca di ridossi e di buoni ancoraggi, ci fermiamo in rada per la notte. Il giorno seguente si riparte alla volta di Ponza, altra meta della nostra adolescenza.

L'isola è sempre splendida e con molte somiglianze con Milos.
L'equipaggio continua a perdere pezzi. Marco, dopo una combattuta navigazione di bolina per raggiungere Anzio senza invadere le acque riservate alla base militare, ci lascia. Etra, al contrario delle previsioni, resta con me e Joseph fino alla meta, Imperia.

La meta successiva sarà Giannutri dove giungeremo di notte... comunque ne é valsa la pena assistere a questo tramonto.
La mattina il vento ci da la sveglia. L'ancoraggio è troppo precario. Si salpa, col buio.

Sfiliamo davanti al Giglio in direzione Macinaggio. Altro posto legato ad un sacco di ricordi, tutti velistici, e, per lo più speciali. Dal vento più forte mai capitatomi (ero con Capitan Ale), alle disavventure col mitico Kiltan.

Un'ultima traversata ci separa da Imperia. Iniziamo a motore, e subito abbiamo una scaramuccia con la Corsica Ferries che, in barba a tutte le norme per prevenire gli abbordi ci "sfiora" sopraggiungendo da poppa. Ma chi gli ha dato la patente!!
Il viaggio scorre veloce, a vela con un po' di motore (l'aria sarebbe troppo poca per arrivare nei tempi prefissati), mentre si chiacchiera, si mangia e si fanno lavori di manutenzione come la pulizia delle draglie. 

Siamo arrivati all'epilogo di questo primo periodo con la ZoomaX. Sembra che sia passato un sacco di tempo da quando abbiamo deciso di cominciare quest'avventura. Al contempo però, sembra che tutto si sia svolto in un lampo. L'accavallarsi di attesi momenti piacevoli ed altri spiacevoli, più o meno imprevisti, dilata il tempo come un elastico che si modella in funzione al desiderio che le cose accadano presto o che terminino presto.

La ZoomaX ci ha portato a spasso per quasi 5.000 miglia facendosi conoscere, mostrando i suoi lati "spigolosi" e le sue prerogative. Ci restano però ancora un sacco di cose da scoprire ed imparare, non si finisce mai!

Fantastico è allontanarsi dagli schemi ai quali la nostra vita ci ha abituati... purtroppo i moderni strumenti di comunicazione non permettono più di "isolarsi" come una volta. Pazienza, ci sono comunque tanti vantaggi.

Si torna a casa, alle case. Beh, non nascondo che il desiderio di rivederla/e c'è, di rivedere gli amici che è da tanto che non frequento. E poi c'è Anna che sento solo al telefono da quasi un mese!