Quest’ultima traversata ha confermato quanto vissuto fin dalla partenza da Les Sables: navigare in Oceano Atlantico, a queste latitudini, a novembre, non è uno scherzo!
I venti dominanti da nord ci accompagnano per quasi tutto il viaggio, con le solite onde di 3-4 metri che trasformano ZoomaX in un tagadà. Nell’unico momento di calma, al passaggio di capo Sao Vicente (la punta sud del Portogallo), dobbiamo attraversare il canale di transito delle navi, obbligatorio per le centinaia di cargo e petroliere che navigano quotidianamente da/verso i porti del nord Europa. Dobbiamo incrociare la rotta di mostri lunghi 300 metri, cercando di non farci schiacciare come sardine in scatola!
Lo rollio a bordo limita le attività allo stretto necessario: la conduzione della barca, il sonno (in verità quello solo a spizzichi e bocconi) e la cucina; ci dedichiamo anche alla pesca, ma per poco, infatti mezz’ora dopo aver filato la lenza abbocca un bel bonito di oltre mezzo metro, che cuciniamo in diversi modi per 3 giorni! Pubblichiamo una foto del ‘cadavere’ come prova; questo a beneficio degli amici maligni che dubitano delle nostre capacità di pescatori.
Le prossime foto di pesci però saranno (speriamo) quelle di magnifiche creature vive ammirate in immersione!
Al largo del Marocco, il vento ci abbandona per un’intera nottata. Paolo, pur di non accendere il motore si cimenta in rotte ..... artistiche!
Al largo del Marocco, il vento ci abbandona per un’intera nottata. Paolo, pur di non accendere il motore si cimenta in rotte ..... artistiche!
Con il passare dei giorni, lo stato d’animo dell’equipaggio a bordo cresce proporzionalmente all’aumento della temperatura! Si, finalmente il cielo si tinge di un azzurro intenso, il colore del mare che fin da Les Sables è sempre stato grigio-brunastro, ritorna ad essere blu.
Via le cerate e gli stivali, via i pile, via le calze, finalmente si va a sud!
Venerdì a metà mattinata avvistiamo terra. Man mano che ci avviciniamo distinguiamo Lanzarote e più a nord l’Isla Graciosa e le Islotes del Norte.
Via le cerate e gli stivali, via i pile, via le calze, finalmente si va a sud!
Venerdì a metà mattinata avvistiamo terra. Man mano che ci avviciniamo distinguiamo Lanzarote e più a nord l’Isla Graciosa e le Islotes del Norte.
Nel passaggio fra 2 di questi isolotti, sulla carta nautica viene chiaramente indicato ‘buceo prohibido’ e nel bel mezzo c’è una barca con un gruppo di subacquei che si apprestano a cominciare l’immersione. Sorridiamo e pensiamo che in fondo siamo ancora nella nostra amata Europa latina.
Il paesaggio invece è poco europeo. Isole desertiche costellate di coni vulcanici i cui pendii hanno mille colori, che in alcuni casi formano disegni bellissimi.
Il paesaggio invece è poco europeo. Isole desertiche costellate di coni vulcanici i cui pendii hanno mille colori, che in alcuni casi formano disegni bellissimi.
Non ci sono piante, solo arbusti ed incredibilmente delle distese di piccoli fiori che crescono sulla sabbia.
Il primo impatto con le
Canarie è notevole.
Ci fermiamo in una piccola baia alla base di uno di
questi vulcani con una bella spiaggia selvaggia, Playa Francesa. Dopo
aver ancorato e spento il motore ci assaporiamo le sensazioni che ci invadono: emozione, soddisfazione, meraviglia.
Siamo
partiti 5 giorni fa da una capitale europea e solcando il mare sulla
nostra barchetta siamo arrivati in questa parte ancora intoccata delle Canarie. E’
davvero un bel premio.