Dopo una giornata di riposo a Camariñas, piccola cittadina di pescatori,
giovedì 1 novembre riprendiamo la nostra discesa verso sud.
Il tetto fa capire che da queste parti... piove |
La meteo per i prossimi giorni non è delle migliori: è previsto vento da nord forza 6-7 e mare agitato. Decidiamo di fare una tappa diurna, e ripararci all’imbrunire in una delle 'rìas' che troveremo a sud di Capo Finisterre. All’uscita della profonda baia di Camariñas veniamo subito investiti da un groppo. Pioggia a catinelle, raffiche a 40 nodi, visibilità nulla! Ecco lo skipper al timone verso la fine della tempesta!
Anche Capo Finisterre questa volta si mostra cupo e inquietante
Dopo 10 ore di navigazione snervante, decidiamo di fermarci a Bayona, l’ultimo golfo a sud del fiordo di Vigo. L’avvicinamento è delicato. Sono già le 20h30, è buio, e questo tratto di costa è pieno di secche e bassi fondali. Ammainiamo le vele e cerchiamo di raccapezzarci tra la moltitudine di fari e fanali che segnalano i vari canali d’ingresso. Alla fine tutte le luci che ci aspettiamo di trovare vanno al loro posto e, seguendo gli allineamenti entriamo. Ricomincia a piovere. Quando ci attacchiamo ad una delle boe a ridosso della diga del Monte Real Club de Yates de Bayona, ci raggiunge una barca del porto sconsigliandoci l’ormeggio in boa perché non sicura. Tiriamo fuori parabordi e cime e via, sotto la pioggia, alle 22h00 finalmente si ormeggia al molo.
Venerdì mattino veniamo svegliati dal diluvio. Che bello essere al sicuro in un porto! Ci giriamo dall’altra e ci riaddormentiamo. Quando il cielo ha finito di sfogare le sue ire, realizziamo che il porto si trova ai piedi di una bella fortezza medievale e facciamo un giro.
Ecco il Castillo! È qui che Martín Alonso Pinzón, nel marzo del 1493, portò la notizia della scoperta del Nuovo Mondo.
Bayona è una cittadina, il porto è grande ma, come spesso capita in Spagna, la natura è presente. Guardate un po’ questi tre dove vanno in giro!
Sabato si riparte. L’uscita dalla baia di giorno ci consente di vedere bene questo bel tratto di costa e soprattutto le isole Cies e Ons, autentici paradisi naturali, rese ancora più affascinanti dallo spettacolo delle ondone oceaniche che frangono sulle loro coste rocciose.
Ci mettiamo in rotta per Madeira. La navigazione però non è piacevole. Il vento è al gran lasco e molto variabile, passa da 10 a 25 nodi di apparente, con onda di 3-4 metri, e la barca fatica a tenere la rotta. Si prosegue così tutta la notte ed il giorno successivo, fino a quando abbiamo un piccolo incidente. In una straorza, si rompe la calza della drizza della randa, che scende di botto di 3 metri, con conseguente rottura di 4 stecche della randa. Come se non bastasse io (Anna) mi massacro 3 dita della mano destra con la scotta del genoa.
Cambio di programma: si fa rotta su Lisbona, la città più vicina, a 100 miglia a sud-est dalla nostra posizione.
Ora siamo a Cascais, a leccarci le ferite e a riparare i danni; ne approfittiamo per fare anche un po’ di turismo.
Lisbona - la torre di Belem |
Marina di Cascais |
Contiamo di ripartire la prossima settimana per raggiungere le oramai “mitiche” Canarie.
3 commenti:
Sono felice di vederti sorridente nella foto di Lisbona! Temevo che l'incidente di cui mi aveva parlato Marco avesse potuto incidere sul vostro entusiasmo. Bravi, continuate così! Vi ammiro (e un po' vi invidio)...
Marco S.P.
Ciao Anna, sono Ugo, ma perchè in tutti i fumetti di Corto Maltese si naviga sempre sotto il sole e con il mare calmo e il vento fresco? Tu e Paolo siete proprio sicuri di non aver sbagliato l'autore della vostra avventiura? Stai più attenta alle mani, non devi farci preoccupare troppo altrimenti dovremmo smettere di ammirarvi e di invidiarvi. Un bacio grande a te e un saluto a Paolo anche da Ornella.
Ciao cugini!
sperando che voi ed il mezzo siate tornati in perfetta forma vi mandiamo un grossissimo abbraccio
Silvana e...i Montacchini
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